Fabio Fabbi

La mia storia professionale

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Nasco a Bologna nel 1964 e le mie grandi passioni sono fin da piccolo disegnare automobili e pubblicità, influenzato da mio padre - grafico pubblicitario - e da mio nonno - fotografo professionista. Alle scuole superiori, oltre a studiare e ad andare tutti i pomeriggi in moto, scopro il computer: un Apple II. Interessante a tal punto che imparo a programmare in Basic e in Fortran, anche se non a grandi livelli.

Mi iscrivo all'Università di Milano, Scienze dell'Informazione. Eravamo troppi, secondo me, e il mio interesse principale era comunque per la comunicazione. Decido perciò di iscrivermi l'anno dopo all'Universita' di Bologna, Arti Visive, chiedendo un piano di studi che comprendesse la Computer Art. Sempre nel 1984 decido anche di propormi alle aziende come grafico dei supporti visivi per presentazioni aziendali, utilizzando la computer grafica del primo Macintosh. Era un settore nato da pochissimo, le aziende stavano diventando "marketing oriented" e studiando le tecniche della comunicazione e del marketing su libri americani riesco a diventare in pochissimo tempo un riferimento nelle presentazioni per Clienti come
Renault Italia, Fiat, Colgate-Palmolive, Henkel, DuPont, Volvo Italia, Twinings, Veuve Clicquot, Droste, Fisherman's Friend, Glaxo Wellcome, Alfa Wassermann, Montenegro, Buton, Gazzoni e altri.

Dopo aver scritto una tesi su "Computer Graphics & Computer Art" nel 1989, con un lavoro di ricerca su alcune teorie dell'interattività uomo-macchina (interfacce - UI e UX), mi laureo con lode. Vengo coinvolto per la mia conoscenza dell'informatica in attività di ricerca all'Università di Bologna e al Politecnico di Milano, e come assistente di Tecniche della Fotografia e di Scienze dell'Educazione a Unibo. Vengo chiamato da Mediaset (allora Fininvest), ma decido di proseguire la mia attività con la mia agenzia di comunicazione.

L'Italia era una potenza economica negli anni '80, il 16 Maggio 1991 il Corriere della Sera titolò "Italia Quarta Potenza", riassumendo le dichiarazioni rilasciate dall'allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. L'Italia aveva sorpassato Francia e Regno Unito nel valore del Prodotto Interno Lordo, ma il primo luglio 1991 Moody's decise di togliere all'Italia, unico Paese del G7, la 'tripla A', tagliando il suo giudizio ad AA1. Il debito pubblico era alto e la crisi valutaria colpi' la Lira nell'autunno del 1992. La crisi tocco' tutti, USA compresi e me compreso, quindi occorreva capire come reagire. Mi interessai agli esperimenti sulla televisione interattiva di US West nel 1993, visitai l'MIT di Boston, dove nel Media Lab vidi progetti molto interessanti, e andai alla Brown University, dove parlai con George Landow, uno dei massimi studiosi degli ipertesti. Il World Wide Web era in fase sperimentale, ma si intuiva che Internet sarebbe stata una tecnologia promettente.

A gennaio 1993 usci' Mosaic, il primo browser per il Web. Pochi mesi dopo a una fiera negli USA incontro Jerry Yang e Larry Filo che avevano appena fondato Yahoo, e Jim Clark, il fondatore poi di Netscape assieme a Marc Andreessen, il creatore di Mosaic. Le chiacchierate furono di grande ispirazione e decisi di approfondire il tema del Web dal punto di vista della comunicazione e del marketing.

Penso, studio, sperimento, utilizzo la mia competenza nelle presentazioni aziendali, che nel frattempo erano multimediali (usando i primi CD interattivi), metto a punto alcuni modelli, contesti e linguaggi, ispirandomi alle teorie della neotelevisione di Raymond Williams e Umberto Eco, che avevo avuto tra i miei docenti, e alla tecnologia Video on Demand. Decido di puntare sul settore sportivo e sull'entertainment, i più popolari e trasversali. Nel febbraio 1995 creo Sports on Net, una guida verticale allo sport su Internet. Occorreva pero' studiare un nuovo mezzo di comunicazione e quindi cercare il paradigma appropriato. Il Web non e' un giornale ma in parte lo è, non è televisione ma in parte lo potrebbe diventare, non è una radio ma in parte lo puo' essere; ha in piu' qualcosa che gli altri media non hanno: l'interazione immediata. Nasce cosi', qualche settimana dopo, il concetto di "diretta online" e di "medium convergente".

L'obiettivo era coinvolgere, divertire, costruire una forma alternativa concorrenziale ai media tradizionali. Sport ed entertainment erano perfetti, ma in Italia pochissime persone erano collegate a Internet. Negli USA erano gia' tante, soprattutto grazie ai BBS (Bulletin Board System) e ad AOL - America Online. Come fare?



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